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Locatelli (Cts-Css): "No ad un nuovo lockdown. La situazione non è sfuggita di controllo"

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In tema di epidemia da covid-19, Franco Locatelli, bergamasco, Primario del Dipartimento di Oncoematologia al "Bambin Gesù" di Roma, dal 2019 presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Cts, ha rilasciato alcune brevi ma significative dichiarazioni al CdS, quotidiano milanese.

“Non vi sono evidenze che le varianti identificate anche nel nostro Paese determineranno ulteriori restrizioni - ha informato Locatelli -, è importante continuare e, ancora di più, implementare le misure di sequenziamento delle varianti di Sars-CoV-2, per meglio capire le dinamiche di diffusione virale ed essere pronti, nel caso davvero serva, a prendere le misure del caso. È importante che ci facciamo sempre guidare dall’evidenza dei numeri, mostrando pronta reattività, ma anche nervi saldi nell’interpretazione”.

Il componente del Comitato Tecnico-Scientifico ha anche sottolineato che: “Le misure hanno funzionato. Vi era significativa preoccupazione che il periodo delle festività natalizie potesse portare a un marcato incremento della circolazione virale, con il relativo riverbero sui servizi sanitari territoriali e sul numero di decessi. Invece la situazione non è sfuggita dal controllo. Non dimentichiamoci, infatti, che l’Italia ha numeri significativamente migliori rispetto a quelli di molti altri Paesi europei. C’è chi ritiene necessario un nuovo lockdown? In Cts non se ne è mai parlato e non sarebbe giustificato dal quadro epidemiologico”.

“Il programma vaccinale non è affatto saltato, - ha proseguito Locatelli - anche se le riduzioni nella fornitura non erano previste, andiamo avanti. Per i due vaccini già approvati (Pfizer-BioNTech e Moderna), avremo a disposizione più di 60 milioni di dosi per immunizzare 30 milioni di persone. L’auspicio è che non ci siano altri tagli. Il piano vaccinale che è stato sviluppato è fondato in maniera prioritaria sulla tutela dei più fragili e tra questi gli anziani, visto che l’età media dei deceduti è rimasta per tutti questi mesi costantemente sopra agli 80 anni. Nessuno si è mai rassegnato, e si vorrà mai rassegnare, alla perdita di vite umane e di un patrimonio così prezioso del nostro Paese, come sono gli anziani. Continuano ad essere la priorità”.

Inoltre, ha concluso il presidente - i pazienti oncologici, come altre categorie di persone fragili,(e tra questi penso, per esempio, ai dializzati oltre che a coloro che hanno ricevuto un trapianto di organo o sono in lista di attesa per riceverlo o ai pazienti con gravi patologie cardiache o polmonari), sono considerati prioritariamente in ragione della loro fragilità per aver accesso ai vaccini approvati e la cui efficacia è chiaramente dimostrata. Il tavolo di lavoro di cui faccio parte, attivato da ministero della Salute e Struttura commissariale, riserva anche a loro la massima attenzione, non ci sono dubbi. L’obiettivo, è vaccinare il numero più elevato di persone nel più breve tempo possibile al fine di conferire immunità da malattia".